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martedì 28 febbraio 2012

In cucina: petto di pollo profumato alle arance rosse

Il mio petto di pollo profumato alle arance rosse
Dal pesce alla carne, ecco una ricettina infrasettimanale senza tantissime pretese che ha però il gusto e il profumo di una cenetta semplice e curata.
Come dicevo qualche post fa, la carne bianca è di gran lunga la più presente nella dieta quotidiana mia e di mio marito, e il petto di pollo è uno dei grandi protagonisti.
Gli agrumi, colorati e incredibilmente profumati di fresco e di sole, sono gli elementi che mi permettono di esaltare le qualità semplici del pollo. Questa volta, invece del solito limone, ho preferito marinare i petti di pollo nel succo di arance rosse (le arance bionde si adattano probabilmente meglio come sapore a questa ricetta, perché meno dolci, ma danno ovviamente meno colore), spremuto a mano tagliando in due le arance. Ho aggiunto poi come sempre alla marinatura dei rametti di rosmarino ben fresco e dell'olio extravergine d'oliva.
Ecco qua, nient'altro. Tempo un quarto d'ora e il pollo ha assorbito aromi e profumi nei quali ha potuto riposare, e versando il tutto in padella direttamente dal piatto, ecco che si ottiene il fondo di cottura perfetto per il pollo, prima affogato nel liquido di marinatura e poi, una volta assorbito il liquido nella cottura a fuoco vivace, pronto a rosolarsi per bene e ad assumere il bel colore dorato e caramellato che il succo d'arancia gli conferisce.
Io ho scelto di accompagnare i petti di pollo ad una veloce e consolidata insalatina-macedonia composta da ottimi ravanelli (li adoro!), carotine fresche, sedano e melette Pink Lady, il tutto tagliato a dadini e condito a piacere: ultimamente, come già detto, preferisco il gusto leggero e un po' dolce dell'aceto di mele biologico, insieme ad olio extravergine d'oliva e sale ovviamente, come nella più basilare delle ricette del dressing all'italiana.
Ma sicuramente il petto di pollo profumato all'arancia non disdesgna, anzi si sposa divinamente, con patatine a pasta gialla rosolate in padella o al forno, oppure, perché no ogni tanto, con le amate patatine fritte.
Un piatto che non può che piacere a tutta la famiglia!
E ancora una volta... tutti in coro... bon appetit!

mercoledì 22 febbraio 2012

In cucina: pennette al sugo veloce e leggero di tonno

Le mie pennette al sugo veloce di tonno
Eccomi di ritorno! E di nuovo qui, incredibile a dirsi, con una ricetta a base di pesce! Vabbè, pesce... il tonno non vale...
Comunque, le mie pennette al sughetto veloce e leggero di tonno sono la testimonianza di come possa essere resa veramente rapida e gustosa (e non per vantarmi ma era veramente deliziosa!) una semplice e più che tradizionale ricetta da tutti i giorni.
Ecco come l'ho fatta io. Dunque, per il sughetto leggero metto prima di tutta a imbiondire a fuoco moderato della cipolla, abbondante, in olio extravergine d'oliva, con l'aggiunta di tanto in tanto di un po' d'acqua, in modo da creare un buon fondo di cottura e non far soffriggere troppo la cipolla.
Quando l'acqua è stata assorbita e le cipolle si sono un po' ammorbidite, aggiungo anche del vino bianco (io uso un vinello bianco secco dei Castelli Romani che trovo al supermercato, ottimo rapporto qualità/prezzo) che fa caramellare le cipolle e le rende gustosissime: anche in questo caso non faccio andare la cipolla a fuoco troppo sostenuto, per non far evaporare immediatamente il vino bianco, ma lasciare nella base del sughetto il suo aroma.
A questo punto aggiungo i pomodorini freschi: so che è inverno e i pomodori non sono esattamente un ortaggio di stagione ma, come avrete potuto constatare, il sugo di pomodoro non è una ricetta quotidiana nella mia cucina e quindi, nel momento in cui scelgo di prepararlo, mi piace che abbia un sapore pieno e vero, e che profumi di pomodoro fresco.
La qualità di pomodorini che scelgo è la Piccadilly che mi permette di avere una polpa particolarmente soda ma anche succosa, non troppi semini e delle bucce non fastidiose (sì perché, come dicevo, questa è la ricetta per un sughetto veloce e quindi l'eliminazione di semi e bucce non è contemplata) come quelle di altri tipi di pomodorini, come i ciliegini.
In questo caso, ho scelto di tagliare i pomodori a listarelle, cioè utilizzando le falde del pomodoro nella direzione più lunga, tagliando delle striscioline più o meno larghe e corpose. Versando i pomodorini così tagliati nella padella, e quindi nel fondo precedentemente preparato, si sente un piacevole sfrigolio e in pochi secondi un profumo così invitante che già renderebbe il sugo perfetto.
L'aggiunta del tonno (verso fine cottura della pasta, 4 o 5 minuti prima) è per ulteriore golosità e ovviamente anche per arricchimento nutritivo, visto che spesso i miei primi piatti a base di pasta si trasformano anche in ricchi e abbondanti piatti unici.
Una spruzzata di foglie di prezzemolo sminuzzate a mano e il gioco è fatto! Una ricetta facile facile e veloce veloce: l'unica fase un po' più lunga e noiosa delle altre è quella del tagliuzzamento dei pomodorini, ma non ne servono tantissimi, anche se io cerco sempre di preparare del sugo in più, in modo da sfruttarlo anche il giorno/i successivi per altre ricettine (d'estate con i peperoni... è la morte sua!).
E come di consueto... bon appetit!

lunedì 13 febbraio 2012

In cucina: mezze maniche alle vongole!

La mia prima pasta alle vongole!
La neve e il gelo non sempre portano guai per fortuna... a me la mareggiata e il maltempo di questi interminabili giorni hanno portato in regalo un bel sacchetto di vongole! Eh sì, proprio vongole, raccolte da mio suocero sulla battigia, trasportate belle fresche e profumate di mare dalle onde.

La spiaggia innevata di San Benedetto del Tronto e il mare in burrasca
Come non fare festa, mio marito ed io, quindi, con questo bel dono inaspettato? Si pone un problema però... io non ho mai cucinato le vongole, né altro mollusco... ahia grande pecca, ma anche grande occasione per una nuova ed entusiasmante esperienza in cucina!
Vediamo un po' com'è andata... Tra varie indecisioni, la mia esperienza con le vongole è iniziata svuotando il sacchetto con le vongole chiuse appena "pescate" in una bacinella che ho riempito di acqua bella fresca con aggiunta di un paio di manciate abbondanti di sale fino, in modo da ricreare per le povere e ignare vongole un confortevole ambiente marino... Un ottimo consiglio di mio suocero.
Le vongole si sono trovate così bene in questo piccolo habitat (ho cambiato l'acqua due o tre volte prima di cucinarle, in modo da tenerle sempre al fresco - non in frigo ma a temperatura ambiente - e in acqua pulita) che la mattina dopo (non ho cucinato subito le vongole perché avevo già preparato la cena quella sera) erano belle vive e vegete, e mi sembrava una cosa ancora più impossibile e atroce per me doverle buttare in pentola e cuocerle...
Alla fine però, la sera stessa così ho fatto: le ho scolate dall'acqua, le ho sciacquate per bene e le ho buttate in padella, senza aggiunta di altro, sul fuoco vivo per pochi minuti. Giusto il tempo di scaldare il fondo della pentola ed ecco che le prime vongole si sono schiuse (quelle che non si aprono è meglio non mangiarle, perché vuol dire che non erano vive al momento della cottura...) e poi a seguire tutte le altre, mentre rilasciavano sul fondo un liquido naturale, un'acqua dal profumo intenso di mare che bisogna filtrare per eliminare la sabbia, ma assolutamente conservare, sia per arricchire di sapore il sughetto di vongole per la pasta o il risotto, sia per conservarle sgusciate e congelarle. Consiglio di mia suocera questa volta.
Io ho deciso di consumarle al momento e, dopo aver commissionato l'operazione di sgusciamento delle vongole a mio marito, ho quindi continuato nella preparazione del condimento per le mezze maniche.
Come consigliato da mia madre (ho chiesto consigli a tutti per preparare queste vongole...!), ho preparato un fondo di cottura con olio, cipolla, prezzemolo e una puntina di peperoncino (abbondante per gli amanti del piccante, non troppo per me, che poi inizio a tossire e starnutire se incontro qualche semino...). Ho lasciato quindi imbiondire le cipolle e ho aggiunto di tanto in tanto un goccio di vino bianco e un po' d'acqua per facilitare e anche velocizzare la cottura, visto che ero arrivata un po' lunga con i tempi e si avvicinava l'ora di cena.
Peccato non aver avuto qualche pomodorino fresco in frigo, per aggiungere una nota rosata a questo semplice sughetto alla marinara. Quattro o cinque minuti prima della fine della cottura della pasta, ho quindi ultimato il condimento aggiungendo le mie vongole sgusciate e la loro acqua di cottura (filtrata da sabbia e residui). Ed ecco qua: ho scolato la pasta bella al dente, un paio di minuti prima del tempo di cottura previsto, e ho saltato le mezze maniche in padella con il sughettino.
Una bella manciata di prezzemolo fresco spezzettato a mano e pare proprio che ce l'abbiamo fatta: la mia prima pasta alle vongole è servita!
E bon appetit! Alla prossima...

lunedì 6 febbraio 2012

In cucina: neve, gelo e... polenta gialla ai formaggi e radicchio trevigiano

Neve sul mare a San Benedetto del Tronto

Mentre il gelo e la neve ci mostrano volti totalmente inaspettati e inconsueti delle nostre città, e penso che la foto d'apertura ne sia una chiara testimonianza (un'immagine della mia città, San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno: è l'entrata dello stabilimento balneare in cui passo le estati da ormai quasi 35 anni...), in cucina non ci si sazia mai di piatti caldi, anzi bollenti, che scaldino le membra e il cuore, di fronte alle preoccupanti visioni da nuova era glaciale, fuori dalla finestra.
Ecco quindi il mio pranzo casalingo di sabato: un bel piatto fumante di polenta gialla, resa cremosa dall'aggiunta di due o tre formaggi immancabili nel mio frigorifero, e insaporita con del bel radicchio di tipo trevigiano.

La mia polenta gialla ai formaggi e radicchio trevigiano

Alcuni dettagli in più: la polenta gialla l'ho ottenuta con dell'ottima farina di granturco macinata a pietra. Ho dovuto cuocerla, in abbondante acqua bollente e salata, per circa mezzora, non smettendo mai di girare energicamente: in questo modo sono riuscita a sciogliere i grumi che purtroppo non ho potuto evitare all'inizio...
Poi gli ingredienti aggiuntivi a piacere: io avevo del buon pecorino fresco e morbido, l'insostituibile provola dolce, e del Parmigiano Reggiano grattugiato. Ho unito tutti i formaggi alla polenta nella fase di mantecatura finale, quando la polenta era ancora sul fuoco ma era ormai cotta: si è sciolto tutto che è un piacere e la polenta è diventata ancora più vellutata e cremosa (avessi avuto anche del gorgonzola dolce sarebbe stata una favola...).
Sempre in fase di mantecatura sul fuoco, per insaporire il tutto ho aggiunto anche il radicchio trevigiano (prodotto a km 0 procurato da mio padre), che avevo precedentemente cotto nel forno con il solito procedimento (foglie di radicchio disposte una accanto all'altra sulla teglia, irrorate con olio extravegine d'oliva e spolverizzate di sale, e quindi lasciate in forno a 180°C per una decina di minuti), e poi tagliuzzato.
Un po' di radicchio l'ho lasciato da parte per la guarnizione finale del piatto, insieme ad un'altra bella manciata di Parmigiano grattugiato (perché ci piace abbondante...).
Da gustare bollente!
Che dire di più... ancora una volta, bon appetit!