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lunedì 24 settembre 2012

Spaghetti croccanti con pomodorini, acciughe e pinoli

I miei spaghetti croccanti con pomodorini, acciughe e pinoli
Meglio tardi che mai... ed eccomi di ritorno, naturalmente senza aver perso di vista le costanti delle mie esperienze in cucina: piccoli racconti di preparazioni varie e vita quotidiana, per creare in cucina qualcosa di un po' diverso, con semplicità, grazie ad una composizione creativa e attenta della dispensa (sempre utile, anzi indispensabile) e per una grande soddisfazione finale, a tavola e in compagnia.

Veniamo a noi. Ultimamente ho riscoperto l'importanza degli spaghetti nella mia dieta: non una riscoperta della pasta in generale, che non è mai scomparsa dai miei piatti colmi di primi con sughetti invitanti. Quanto una riscoperta del formato spaghetti (in particolare quelli che alcune case pastaie chiamano "grossi") e dell'ispirazione che infondono nel creare e rivisitare i grandi classici della tradizione italiana, con qualche nuovo mix di ingredienti e dosi di propria invenzione.

Ecco quindi proprio un mix di tradizioni locali varie, dalla materana alla pugliese, siciliana e napoletana (almeno credo...): i miei spaghetti con sugo veloce di pomodorini, profumato alle acciughe, arricchito di pinoli e coronato da una ricca cascata di pan grattato tostato e croccante, decorato con prezzemolo fresco, tagliuzzato a mano sul momento.

La preparazione è ancora più semplice a farsi che a dirsi. Per il sughetto con i pomodorini, altra costante nella mia cucina, ho solo sbucciato (se lo ritenete proprio necessario, perché io spesso lascio anche la buccia) i pomodorini Piccadilly, li ho tagliati a pezzi grossolani e messi a scottare a fuoco vivo in padella, solo con olio, senza neanche l'aggiunta della cipolla. Il passo successivo nella mia personale ricetta è quello dell'aggiunta di peperoncino ben piccante: non è comunque un ingrediente indispensabile, specialmente per chi non ama i condimenti piccanti.

La fase successiva è quella dell'aggiunta del profumo delle acciughe che dà quel certo sprint al sughetto. Io ho utilizzato la pasta di acciughe, che si vende in tubetti al supermercato, ma ovviamente qualche filetto di acciuga dà ancora più gusto, e l'effetto finale è lo stesso alla vista, perché i filetti si sfaldano e si perdono nel sugo in cottura, così come la pasta d'acciughe.

Aggiungo quindi anche i pinoli e poi... l'ingrediente segreto... il mix di erbe profumate per la pasta (l'ho trovato in vasetto al supermercato: nel mio caso sono erbe e odori provenienti dall'Abruzzo). E' una miscela molto naturale di erbe e odori essiccati, come prezzemolo, basilico, origano, peperone rosso, e un sentore d'aglio, che dà il tocco finale al sugo. Un pizzico di sale nel sugo, nonostante la presenza delle acciughe, è di solito necessario, ma bisogna sempre assaggiare per verificare...

Nel frattempo, in un altro padellino, faccio tostare il pane grattato con un filo d'olio extravergine d'oliva, fino a farlo diventare bruno-dorato.

Scolo gli spaghetti belli al dente e li getto nel sughetto dai mille profumi, saporito e gustoso. Li faccio andare per abbracciare bene il sugo, anche con l'aiuto di un mestolo di acqua di cottura della pasta. Ed è fatta.

Basta solo versare sopra gli spaghetti fumanti il pane grattato e tostato, in quantità variabile secondo i gusti, e guarnire con il prezzemolo fresco.

A questo punto è d'obbligo: buon appetito!
Alla prossima...



venerdì 29 giugno 2012

In cucina: coppa fresca alla ricotta, banana e cioccolato fondente

La mia coppa fresca alla ricotta, banana e cioccolato fondente

Un post veloce veloce come quest'idea semplice, gustosa e soffice. Un dolce finalmente! Non un dolce come si deve forse... ma una coccola estiva, per un fine cena del weekend in cui abbandonarsi a piccole soddisfazioni senza eccessi. 
Allora, come nasce l'idea. Lo spunto viene da un ingrediente capitato nel mio frigo, grazie a mio padre che ha avuto in regalo da un pastore (altra nota bucolica come direbbe qualche lettore...) una freschissima ricotta di pecora che era veramente qualcosa di eccezionale.
Non potevo "sprecarla" in una ricetta calda in cui avrebbe perso quella freschezza, quella morbidezza e gusto che la caratterizzavano. Ho pensato allora di proporre (per me e mio marito...) un revival di quella ricotta dolce, con caffè macinato (o cacao amaro) e zucchero che preparava mia madre quando ero piccola.
L'ho rivisitata così: ho lavorato la ricotta con un po' di zucchero a velo, fino a farla diventare una crema irresistibile, ho aggiunto delle ottime gocce di cioccolato fondente (Perugina), e ho assemblato la mia coppa-bicchiere in vetro trasparente con la crema di ricotta e cioccolato, intervallando con biscotti croccanti ai cereali (Grancereale), e guarnendo alla fine con fettine di banana e altre gocce di cioccolato.
Qualcosa di divino! Da non perdere!
Alla prossima...

mercoledì 20 giugno 2012

In cucina: orecchiette fresche con zucchine, basilico e pistacchi

Le mie orecchiette fresche con zucchine, basilico e pistacchi
Un piatto di pasta fumante con questo caldo? No grazie... Eppure credo che una ricettina così potrebbe stuzzicare anche i più accaldati e inappetenti tra quelli che in questi giorni soffrono l'annunciata afa di giugno.
Allora, gli ingredienti prescelti: come base, delle fantastiche orecchiette fresche (come già detto credo, al supermercato ne ho trovata un'ottima qualità, sono le orecchiette del Pastificio dei Trulli, molto buone: cotte in acqua bollente salata per non più di 4 minuti, per poi ripassarle un paio di minuti in padella con il condimento).
Poi, le mie zucchine preparate in forno semplicemente con olio e sale (ovviamente vanno benissimo anche delle zucchine in padella): sembra impossibile ma d'estate ho praticamente sempre un piatto di zucchine, melanzane o anche peperoni pronti in frigo già cotti, in modo da poterli utilizzare nelle ricette estemporanee che mi saltano in mente, soprattutto quando torno affamata dal lavoro.
Questa volta però avevo qualcosa di buono in più: del fantastico basilico freschissimo che mio padre aveva avuto dal contadino. Un basilico profumatissimo e con delle foglie belle grandi e integre. Perfetto per essere mangiato fresco, per aromatizzare e insaporire.
Mi sono quindi ricordata di aver sentito di questo buon accostamento tra zucchine e basilico e ho voluto provare. Il basilico l'ho semplicemente tagliuzzato a striscioline con le forbici: in parte l'ho aggiunto alle zucchine che ho ripassato un attimo in padella prima di scolarvi la pasta, il resto l'ho tenuto da parte per la guarnizione finale a crudo.
Infine i pistacchi (quelli già tostati e salati)! Una rinnovata e inspiegabile passione per i pistacchi mi sta portando in questi ultimi tempi a utilizzarli in tante ricette (ne ho una molto fresca e gustosa con la carne che posterò prossimamente), e in particolare nelle insalate, per renderle un piatto più invitante e anche più completo credo dal punto di vista nutritivo. I pistacchi li ho aggiunti verso la fine al condimento a base di zucchine e basilico, e poi ho unito la pasta, lasciando che abbracciasse questo profumato mix di consistenze e sapori.
Risultato pienamente soddisfacente, saporito e rinfrescante.
Provare per credere... buon appetito... e alla prossima!

mercoledì 13 giugno 2012

In cucina: insalata freschissima con ceci, melanzane al forno e rucola campagnola

La mia insalata freschissima con ceci, melanzane al forno e rucola campagnola

Sono di nuovo qua... in un pomeriggio ancora più o meno arieggiato, in attesa dell'afa predetta per il weekend... E cosa fare di meglio che prepararsi all'estate che avanza, con esperienze culinarie sfiziose, ma sempre all'insegna della freschezza e della leggerezza (più o meno..)?
E siccome non mi arrendo all'idea di una semplice caprese o di una banale insalatina mista, ecco che il cervello galoppa alla ricerca di nuovi accostamenti, sapori semplici ed essenziali ma che non devono mai essere banali. Sennò che gusto c'è?
Il bello delle insalate fantasia è questo: non c'è niente da cucinare, si prendono foglie, verdure, vasetti vari, legumi, tonni e pesci affumicati, salumi e chissà cos'altro può capitare a tiro tra frigo e dispensa (ah, non dimentichiamo frutta secca, tipo noci, pinoli, pistacchi, e semini, come quelli di girasole, di papavero o di cumino, che passione i semini nell'insalata!), e si mette tutto insieme, si condisce a piacere (anche qui il discorso è lungo e forse in un prossimo post parlerò anche dei miei condimenti preferiti per l'insalata) e il gioco è fatto.
Certo non tutto sta bene con tutto, ma basta provare!
Ed eccoci al punto... Cosa avevo io nel frigo qualche giorno fa, desiderosa di un bel piatto fresco e scoraggiata dall'idea di preparare un piatto di pasta al ritorno dal lavoro, immergendomi nei fumi dell'acqua bollente e della padella sfrigolante?
Allora: nella mia dispensa non mancano quasi mai due o tre vasetti misti tra ceci lessati, fagioli borlotti o fagioli corona de Le Conserve della nonna, una passione tramandata di madre in figlia ormai da diversi anni... Scegliamo quindi i ceci, ed è già un ottimo punto di partenza.
Passiamo al frigo: altra cosa che qui non manca mai d'estate sono dei bei piatti di melanzane/zucchine/peperoni cotti al forno con olio e sale e conservati per qualche giorno in frigorifero, pronti per diventare condimenti per pasta, per insalate, contorni per carne, formaggi e affettati, antipastini e così via. In questo caso, melanzane (ottimo accostamento mediorientale quello tra ceci e melanzane)!
E che cos'altro? I miei fidati pomodorini Piccadilly: scelgo quelli meno maturi, mentre quelli più rossi li lascio da parte per preparare un prossimo sughetto fresco.
E ancora, la rucola campagnola freschissima, con quel gusto un po' piccante non amaro, procurata da mio padre, e colta fresca dal contadino. Non si può desiderare di meglio direi...
A questo punto c'è proprio tutto, una bella lavata e tagliuzzata, condimento a base di olio extravergine d'oliva e aceto balsamico di Modena IGP, sale e una spruzzatina di pepe nero per gradire...
E bon appetit!
Alla prossima!

lunedì 4 giugno 2012

In cucina: spaghettata ai profumi mediterranei

La mia spaghettata ai profumi mediterranei
Allora... pranzo veloce per affamati di ritorno dalla spiaggia... Ecco uno spaghetto rapido, con praticamente tutti gli ingredienti a crudo o appena scottati in padella, con i profumi del Mediterraneo e la freschezza che si richiede ad un pasto estivo ricco di gusto e sostanza... ma senza appesantirsi.
La storia della mia spaghettata ai profumi mediterranei inizia così, con l'idea (simile alla puttanesca ma con qualche nota di leggerezza in più), di arricchire dei semplici spaghetti al sugo veloce di pomodorini, con il gusto di ingredienti sapidi ma allo stesso tempo freschi e leggeri.
Mentre si lascia stufare una cipolla con un fondo d'olio extravergine d'oliva, e con l'aggiunta successiva di un goccio di vino bianco e di acqua se necessario, si può preparare il trito che costituisce il segreto di questo piatto di pasta semplicissimo. Piccola aggiunta: al fondo di cipolla si possono incorporare, per un po' di carattere in più, delle acciughe o in alternativa della pasta di acciughe: io ho usato quest'ultima, ma ho provato anche senza, e la spaghettata mediterranea è ottima in entrambi i casi!
Il trito è composto da olive nere (belle carnose, tipo olive greche), capperi (sottosale, dissalati tenendoli in ammollo qualche minuto in acqua fredda: io ho usato circa 12-15 capperi per due persone, ma se si è un fan particolare dei capperi si possono inserire in quantità maggiori...) e prezzemolo (e volendo un po' di timo fresco: io ce l'avevo e quindi l'ho messo). Bisognerebbe cercare di tritare il tutto abbastanza finemente, ma come al solito non sono così precisa nei miei lavori in cucina, e quindi, per far prima, ho lasciato pezzetti piuttosto evidenti alla vista, e da sentire sotto i denti, dei vari ingredienti che compongono il trito.
Gli spaghetti nei frattempo si possono buttare nell'acqua bollente, anche perché a questo punto non rimane che tagliare qualche pomodorino (come al solito prediligo i miei amati pomodorini Piccadilly) a cubetti o a pezzetti irregolari, non importa. Devo ammettere che quando ieri ho preparato questo piatto, di ritorno dalla spiaggia, avevo in frigorifero solo tre pomodorini abbastanza grandi... e per fortuna sono stati sufficienti per due persone. Ma come dose consiglio almeno tre pomodorini a testa.
La bellezza di questa ricetta è che la fase che richiede più tempo è quella che riguarda la cipolla, da imbiondire e stufare un po', per non lasciarla proprio cruda: i pomodorini vanno infatti solo scottati nel fondo di cipolla a fuoco alto, subito prima di buttare dentro il trito e gli spaghetti per una bella e veloce saltata, con l'aggiunta d'acqua di cottura della pasta, se necessario per amalgamare il tutto, ma senza esagerare per non togliere al piatto la sua stupenda sapidità.
Ed ecco tutto!
Un gustoso e convinto... buon appetito!

lunedì 28 maggio 2012

In cucina: parmigiana di melanzane e verdure gratinate a gogò!

Pasticcio di verdure gratinate, patate, zucchine e pomodorini, con fontina
Le verdure al gratin sono il mio must della primavera-estate 2012, non c'è che dire! Mi sono attrezzata con pirofile e pirofiline mono-porzione in vetro trasparente e sto dando libero sfogo in queste ultime settimane alla mia fantasia, abbandonandomi a tagliuzzamenti infiniti di verdure, con grandi spolverate di Parmigiano Reggiano, erbette profumate e pane grattugiato...
Il piccolo segreto che accomuna tutti questi mix di verdure a strati, pasticciati o meno con formaggio filante, è dato dalla preparazione in anticipo di almeno un tipo di verdura presente tra gli ingredienti.

La mia parmigiana di melanzane
Questo vale in particolare per la parmigiana di melanzane, anzi in questo caso costituisce proprio l'elemento preponderante della mia ricetta rispetto a quella tradizionale, molto gustosa e ricca, ma anche laboriosa e decisamente sostanziosa.
Non che la mia parmigiana si possa definire poco saporita o non altrettanto "nutriente", ma è sicuramente più veloce da preparare e da digerire... La caratteristica base sta nel metodo di cottura delle melanzane, quelle lunghe scure, che io preparo anticipatamente, cuocendole in forno con un filo d'olio e sale, disposte ordinatamente su una teglia, cercando se si può di non sovrapporle (io non ci riesco quasi mai, visto che preparo, tutte insieme, quantità "ignobili" di melanzane per utilizzarle più volte durante la settimana in diversi piatti). Le metto in forno a 180-200 gradi: dipende dal tempo che ho e da quello che sto facendo in contemporanea, se ho modo o meno di controllare le verdure spesso per evitare che si brucino. Se ci si vuole dimenticare per qualche minuto delle melanzane (non più di 8-10 minuti però...), meglio impostare il forno a 180 gradi.
Il risultato sono delle melanzane saporite e gustose, in alcuni casi più morbide, in altri più croccanti (dipende ovviamente dallo spessore delle fette e da quanto decidiamo di farle cuocere), che non hanno niente da invidiare alle tanto amate melanzane fritte che solitamente compongono la parmigiana.
Fatto questo, il peggio della preparazione è passato. A questo punto manca il sugo di pomodoro, il mio solito sughetto veloce a base di pomodorini Piccadilly, insaporiti da un soffritto di cipolla imbiondita e ammorbidita in un filo d'olio con aggiunta in cottura di vino bianco e di un fondo d'acqua quando serve.
Si parte quindi con l'assemblaggio: uno strato leggero di sugo sul fondo della pirofila, poi melanzane, sugo e abbondante mozzarella (io spesso scelgo le mozzarelle di Amatrice o anche quelle squisite di Bojano, entrambe hanno un ottimo rapporto qualità/prezzo) e Parmigiano Reggiano. Continuo così con vari strati, solitamente non più di tre, e guarnisco l'ultimo con sugo e Parmigiano, e con l'aggiunta di pane grattugiato per rendere più croccante la crosticina in superficie.
E anche questa volta il gioco è fatto!

Pasticcio di verdure gratinate, melanzane, pomodorini e patate
Per gli altri mix di verdure al gratin, il segreto per non scoraggiarsi nel tagliuzzamento di più tipi di verdure, è dividere il lavoro in più giorni o in più momenti, e quindi averne, al momento dell'assemblaggio del piatto, una bella quantità consistente già pronta, cotta in forno (sempre con olio e sale), e conservata in frigo, protetta da pellicola o alluminio.
Nei giorni scorsi io avevo ad esempio pronte, di volta in volta, zucchine o melanzane. Ho aggiunto una bella quantità di patate (di solito ho scelto di fare uno strato di zucchine o melanzane e due strati di patate sovrastanti), tagliate a fette sottili (per agevolare la cottura e rendere molto gustose e croccanti quelle in superficie), e qualche pomodorino (tagliato in quattro) da far gratinare (i pomodorini si possono inserire anche negli strati sottostanti per dare ulteriore gusto al tutto, io ho provato in entrambi i modi e il risultato è sempre molto buono).
Le verdure già pronte e conservate non hanno bisogno dell'aggiunta di sale, perché l'hanno già ricevuto in cottura, mentre le patate vanno un po' salate. L'insaporita finale è data nel mio caso da un ottimo mix di erbette, regalo di mia cognata, e che è composto, tra le altre erbe che non ho saputo riconoscere, da timo e origano, con l'aggiunta di grani di sale grosso. Sarebbero delle erbette da pesce, ma per me sono divine su qualsiasi piatto, specialmente da insaporire e gratinare in forno (non so come farò quando saranno finite... e ci sono vicina...).
La nota golosa che ha contraddistinto il mio ultimo pasticcio di verdure gratinate (proposto in pirofile mono-porzione, come piatto unico, nella mia cenetta del sabato con mia sorella e il suo ragazzo) è stata la fontina, della buona fontina nazionale, tagliata a cubettini, circa 2 etti e mezzo per 4 persone, quindi non tantissima, solo per dare quella consistenza fondente e cremosa in più, senza incidere in modo pesante sul gusto.
Che dire di più... viva le verdure al forno!
E bon appetit!



lunedì 21 maggio 2012

In cucina: insalata ricchissima con fagiolini piattoni e patate al forno

La mia insalata ricchissima con fagiolini piattoni e patate al forno
Dopo l'amatriciana, anche se "leggera" nella mia versione, una bella insalata ci voleva! Non che sia un'insalata del tutto riposante e rigenerante per lo stomaco, ma sicuramente una grande soddisfazione per i palati, anche i più restii ad un pasto esclusivamente basato sulle sempre più diffuse insalatone-piatto unico.
Eccoci quindi al secondo appuntamento con il post pre-pranzo che stuzzica l'appetito, con una mia creazione estemporanea (non c'era niente di preparato, è stata assemblata là per là con quello che avevo nel frigo...) a base di: insalatina misticanza (la compro già pulita e tagliata dal mio fruttivendolo di fiducia, altrimenti non avrei mai voglia di tagliare tutte quelle varietà di insalata), fagiolini piattoni lessati e fatti raffreddare (io li avevo già pronti in frigo), patate al forno tagliate a fette sottili o anche a cubetti (in Francia, in Linguadoca precisamente, la salade de pommes de terre l'ho mangiata così, con le patate al forno tagliate a cubetti), cotte semplicemente con olio, sale e rosmarino. E ancora: olive nere polpose e dolci, tipo olive greche, e dulcis in fundo, si fa per dire, lo speck... (ancora una volta) tagliuzzato finemente e ben rosolato in padella antiaderente, fino a diventare croccante e delizioso.
Io ho condito con olio extravergine d'oliva, aceto balsamico di Modena IGP e sale. Il condimento l'ho preparato, prima di inserire gli ingredienti dell'insalata, sul fondo della ciotola, mescolando ed emulsionando appunto olio, aceto e sale. Ho aggiunto quindi prima la misticanza, poi fagiolini, patate e olive, e infine per guarnire, lo speck croccante (se riuscite a non mangiarlo tutto prima di metterlo nell'insalata).
Questo piatto può essere classificato come ottima insalata del lunedì a pranzo, composta dagli ingredienti e gli avanzi dei pasti, un pò più ricchi del solito, preparati nel weekend.
E, come dicevo, niente di complicato o di preparato, pura improvvisazione... aiutata dalla fortuna (quello che rimane in frigorifero o in dispensa) e ovviamente da un po' di gusto nel mixare sapori e colori.
Quindi... buon divertimento e buon appetito!

martedì 15 maggio 2012

In cucina: spaghetti all'amatriciana a modo mio

Spaghetti all'amatriciana a modo mio

Primo post dell'ora di pranzo... e guarda un po' la coincidenza anche ventesimo post, mini-traguardo da festeggiare! Per questo pranzo infrasettimanale, mi sento di consigliare un veloce piatto di spaghetti belli al dente, conditi con un rapido sughetto all'amatriciana... a modo mio però!
Il sugo lo preparo velocemente mettendo a soffriggere della cipolla (in questo caso ho aggiunto anche del sedano, tagliato finemente, ma solo perché l'avevo nel frigo e dovevo utilizzarlo, quindi non è indispensabile), tagliata in modo abbastanza grossolano (senza esagerare però, altrimenti non si cuoce mai), con un po' d'olio extravergine d'oliva, a fuoco moderato. Ogni tanto aggiungo un goccio d'acqua tiepida per creare un fondino di cottura in cui le cipolle possano stufare.
Una volta che l'acqua si è ritirata, e le cipolle sembrano un po' più trasparenti e quindi un po' più cotte (anche se nel sugo all'amatriciana mi piace sentire leggermente le cipolle sotto i denti), aggiungo anche una bella spruzzata abbondante di vino bianco dei Castelli Romani (lo compro al supermercato, ha un ottimo rapporto qualità/prezzo e per cucinare è perfetto).
Mentre faccio tutto questo, procedo però anche al lavaggio e taglio dei miei adorati pomodorini Piccadilly, belli rossi e polposi. A volte taglio le falde per lungo ed elimino acqua di vegetazione e semi, se voglio un sughetto più tirato con i pomodorini scottati in padella, magari insieme ad altre verdure, come zucchine, peperoni e melanzane (che voglia di verdure estive!). Questa volta ho preparato però un sugo più ricco e diciamo tradizionale come consistenza, e ho scelto di tagliare i pomodorini a cubetti più o meno grandi e irregolari, mettendo tutto, anche bucce e semi.
Verso quindi il frutto del mio lavoro di taglio e sminuzzamento, cioè i pomodori a dadini, nella cipolla leggermente caramellata nel vino bianco, e faccio bollire il mio sughetto, aggiustando di sale e aggiungendo, se necessario, un altro filo d'olio durante la cottura, facendo andare fino a raggiungere la densità e il gusto desiderato.
Mentre aspetto che il sugo sia pronto (oltre a mettere l'acqua per la pasta sul fuoco e a buttare gli spaghetti...), tagliuzzo due o tre fette di speck e le faccio rosolare in una padella antiaderente senza aggiunta d'olio (che è poi la stessa padella in cui si possono saltare gli spaghetti... meglio non utilizzare pentole in più inutilmente...). Lo speck è quindi pronto per essere incorporato nella mia appetitosa amatriciana.
Un paio di minuti in padella per saltare gli spaghetti nel saporito sughetto con lo speck rosolato, e questo semplicissimo piatto di pasta dal gusto megagalattico... è pronto!
Buon pranzo!

mercoledì 9 maggio 2012

In cucina: hamburger casalingo sfizioso alle olive verdi

I miei hamburger casalinghi sfiziosi alle olive verdi

Ok, ok, manco da un po', un po' troppo direi, ma sono di nuovo qua, meglio tardi che mai... E quindi, bando ai convenevoli e alle giustificazioni. Eccoci subito con una ricettina facile facile e di sicuro successo!
Come detto più volte, mi piace mangiare la carne, ma quando sono io a doverla cucinare, ho bisogno di qualche accorgimento perché non mi passi la fame dopo aver visto, odorato e "maneggiato" la carne cruda. Ho quindi bisogno di camuffare un po' gli odori e i sapori della carne con l'aggiunta di altri ingredienti e marinature.
Ultimamente ho scoperto che la carne macinata, che compro già macinata solitamente mista (spesso è un mix di bovino e suino, ma può anche includere pollo o tacchino), mi permette di scatenare la mia fantasia, più di frequente orientata verso i primi piatti a base di pasta o verso antipastini e piatti unici con verdure e formaggi, anche nei piatti di carne.
Ecco quindi l'origine dei miei hamburger casalinghi sfiziosi: molto più che una ricetta, ma una base ricorrente da arricchire con ingredienti sempre nuovi e soprattutto a disposizione di volta in volta in dispensa.
L'ingrediente protagonista, come dicevo, è la carne macinata mista che mescolo in una ciotola, con l'aiuto di una forchetta proseguendo poi con le mani, con un uovo (è la dose per due persone e per 500 grammi circa di carne macinata), abbondante Parmigiano Reggiano grattugiato e poi, a piacimento, con una verdura a scelta disponibile in frigo o in dispensa. Io avevo delle belle olive verdi che ho tagliato a fettine e inserito nel composto, ma questi hamburger casalinghi sono ottimi anche con le zucchine, con i peperoni (più che ottimi, squisiti!), con le melanzane a dadini, tutte verdure della bella stagione che sta arrivando, e che possono essere cotte in padella o al forno con un filo d'olio e sale e poi tagliuzzate e incorporate nel macinato. Per non parlare del radicchio, o anche di spinaci, bietola e cicoria, o cime di rape... Chi più ne ha più ne metta.
Per rendere gli hamburger casalinghi più morbidi (dalla ricetta classica di mia madre...), si può aggiungere del pane secco ammorbidito per un po' nel latte freddo, poi strizzato e sminuzzato a mano, unendolo al composto.
Molto buona anche la scelta delle striscioline di speck o dei cubetti di formaggio, per rendere ancora più ricco e godibile il tutto. L'unico inconveniente del formaggio è che in cottura si scioglie e va un po' ad inondare il fondo di cottura e gli hamburger stessi. Il sapore è gradevolissimo, ma il risultato visivo un po' meno: diciamo che sembra un po' disordinato e incasinato... ma si può sicuramente fare. Io, tanto per cambiare, tempo fa ho provato con dei cubettini piccoli piccoli di provola dolce...
Questa volta ho invece deciso di decorare qualche hamburger sì e qualcuno no con delle sfoglie sottili di provola, adagiate sopra a fine cottura e fatte sciogliere, anche senza l'aiuto di un coperchio, se l'hamburger è stato appena girato ed è quindi molto caldo in superficie.
Senza correre però, torniamo alla fase precedente, cioè quella fondamentale per i miei hamburger sfiziosi: la panatura (sempre ricetta classica di mia madre). Il composto ricco di carne macinata, formaggio e verdure, ben appiattito con le mani a formare degli hamburger più o meno alti, viene infatti passato prima della cottura in abbondante pane grattato in modo da renderlo stuzzicante, dorato e croccante.


In olio ben caldo, una salatina leggera in superficie e via! Da accompagnamento, una bella insalata colorata, volendo con l'aggiunta di frutta (mele o pere) e noci: una cena da re in pochissimo tempo e con grandissima soddisfazione finale.
A presto e buon appetito!


lunedì 16 aprile 2012

In cucina: torta rustica finocchi, ricotta e speck

La mia torta rustica finocchi, ricotta e speck
Un po' in ritardo ma sono di ritorno... e come non ricominciare a parlare delle mie esperienze in cucina e delle ricettine facili facili non citando uno degli evergreen delle mie cene improvvisate, a base di pasta sfoglia, verdure, ricotta e fantasia...?
Io adoro la pasta sfoglia, neanche a dirlo, e come detto in uno dei mie post passati, credo quello sui cornettini ripieni di zucca e speck, da ormai qualche mese prediligo la pasta sfoglia Vallè, e in particolare la Vallè Leggera. Entrambe hanno molti meno grassi rispetto ai normali rotoli di pasta sfoglia già pronta, e sono deliziosamente friabili e fragranti, senza stancare al gusto e senza far sentire troppo in colpa... La conseguenza è che forse ne consumo troppo spesso ma è così versatile e il risultato sempre così meravigliosamente ottimo che resistere è praticamente impossibile.
La pasta sfoglia sa solleticare la mia fantasia culinaria, e mi permette di risolvere in pochissimo tempo il problema di una cena veloce ma gustosa. E così mi sbizarrisco in sempre nuovi ripieni e accostamenti che, fino ad ora, si sono rivelati molto piacevoli.
Due le costanti: l'uso delle verdure e la presenza immancabile della ricotta. Le prime mi consentono di dare sempre nuove varianti di colore e sapore ai miei ripieni e quindi alle torte rustiche e salate. La seconda, la ricotta (di mucca) mi dà la possibilità di creare un amalgama cremoso e giustamente consistente, senza dover per forza utilizzare le uova come ingrediente di rinforzo del ripieno.
In questo caso particolare, la dispensa-frigo mi ha consegnato dei buoni finocchi stufati (dei quali questo inverno ho fatto un abbondante uso come si sarà capito), qualche fettina di speck (come farne a meno?), ricotta, Parmigiano Reggiano grattugiato e volendo un po' di provola dolce a cubetti (ancora...?).
Mescolando il tutto in una ciotola o in un piatto fondo, abbondando con il Parmigiano e unendo un filo d'olio per rendere il tutto più cremoso e avvolgente, si ottiene un composto delizioso con il quale riempire e guarnire la pasta sfoglia, nel frattempo stesa su un tegame rotondo adatto all'uso.
In forno a 200°C per circa mezzora o poco meno. E il gioco è fatto! Un buon bicchere di rosso e un'insalata bella fresca, colorata e ben condita.
Semplice e delizioso!
Alla prossima pasta sfoglia... E bon appetit!

sabato 10 marzo 2012

In cucina: pasta ai broccoletti verdi e finocchi stufati

La mia pasta ai broccoletti verdi e finocchi stufati
Mettiamo un sabato invernale a pranzo, appena finite le pulizie settimanali della casa, poca voglia di mettersi ai fornelli ma tanta voglia di sedersi a mangiare e rilassarsi, prima possibile...
Questo tema, che credo accomuni molte vite, mi porta a parlare di un argomento che finora penso di non aver approfondito in modo mirato, cioè quello di condire in modo rapido e gustoso la pasta con delle semplici verdure di stagione, lessate velocemente in acqua bollente e ripassate per pochi minuti in padella mentre la pasta cuoce.
Quest'inverno, oltre alla grande riconferma delle cime di rape, deliziose per questo tipo di ricette, ho scoperto anche gli ottimi broccoletti verdi di tipo pugliese, un alleato sfizioso e velocissimo da preparare (specialmente se si sceglie, come me, di acquistarli già puliti e tagliati dal fruttivendolo di fiducia...) per una pasta che, non per vantarmi ma è così, è veramente e letteralmente da leccarsi i baffi.
Allora...Come dicevo prendo i broccoletti verdi freschi già tagliati e puliti (ma per chi è un po' meno svogliato di me, ha anche un po' di tempo in più, e magari non teme di fare incontri ravvicinati con qualche bruchetto o altri esserini striscianti..., si possono comprare interi e nature e tagliarli a proprio piacimento), li lesso in modo veloce in acqua bollente e salata per pochi minuti, non più di 5 da quando l'acqua riprende il bollore, e li scolo in una bacinella, in cui poi conservo quelli che avanzano (di solito ho sempre in frigo qualche verdura lessata o cotta al forno che mi può essere utile durante la settimana per condire una pasta o arricchire una fettina di carne o un involtino).
I broccoletti verdi sarebbero quindi già ottimi così per andare a comporre un invidiabile piatto di pasta, ma alcune volte scelgo di arricchirli ulteriormente. Oggi ad esempio l'ho fatto con delle striscioline di speck rosolate in padella e poi amalgamate, sempre in padella e a fuoco alto, con i broccoletti lessati.
Mentre la pasta cuoce nella pentola (naturalmente riutilizzo la stessa acqua di cottura dei broccoletti, sia per un fatto di risparmio, sia perché la pasta è molto più buona!), faccio infatti andare a fuoco vivace i broccoletti tagliuzzati in modo irregolare, con l'aggiunta di un po' d'olio extravergine d'oliva e dello speck, e irroro di tanto in tanto con un mestolo d'acqua di cottura della pasta (e dei broccoletti), in modo da avere sempre un bel fondino di cottura che ritirandosi dia anche quella leggera cremosità al tutto.
Il post di oggi riguarda però un'altra ricettina...in cui i broccoletti verdi sono legati a dei morbidi e aromatici finocchi stufati, creando insieme un condimento vellutato e avvolgente. Certo ci si potrebbe chiedere, ma che pranzo veloce è se ci sono da preparare tutte queste verdure e ingredienti? La velocità è data proprio dalla dispensa-frigo di cui parlavo: cioè dal fatto di cuocere prima le verdure, magari la sera precedente per un contorno adatto ad accompagnare la carne o il formaggio, e quindi prepararne un po' di più delle quantità necessarie al momento, per fare dispensa...
Ed ecco qua, invece dello speck, ai broccoletti aggiungo i finocchi stufati (tagliati e cotti in padella con olio e l'aggiunta di un buon livello d'acqua di tanto in tanto, in modo da far cuocere i finocchi in un abbondante fondo di cottura), faccio andare a fuoco sostenuto durante la cottura della pasta e amalgamo il tutto con l'acqua di cottura della pasta ancora una volta. E il gioco ora è veramente fatto!
Scolando la pasta nella padella delle verdure e facendola saltare (alla meno peggio... io mi aiuto con le palette perché non ho la padella adatta... diciamo così), si ha l'incredibile sorpresa di aver preparato in pochi minuti un piatto da re! Anche in quello che sembrava un anonimo e noioso pranzo del sabato, d'inverno...
E bon appetit!

martedì 28 febbraio 2012

In cucina: petto di pollo profumato alle arance rosse

Il mio petto di pollo profumato alle arance rosse
Dal pesce alla carne, ecco una ricettina infrasettimanale senza tantissime pretese che ha però il gusto e il profumo di una cenetta semplice e curata.
Come dicevo qualche post fa, la carne bianca è di gran lunga la più presente nella dieta quotidiana mia e di mio marito, e il petto di pollo è uno dei grandi protagonisti.
Gli agrumi, colorati e incredibilmente profumati di fresco e di sole, sono gli elementi che mi permettono di esaltare le qualità semplici del pollo. Questa volta, invece del solito limone, ho preferito marinare i petti di pollo nel succo di arance rosse (le arance bionde si adattano probabilmente meglio come sapore a questa ricetta, perché meno dolci, ma danno ovviamente meno colore), spremuto a mano tagliando in due le arance. Ho aggiunto poi come sempre alla marinatura dei rametti di rosmarino ben fresco e dell'olio extravergine d'oliva.
Ecco qua, nient'altro. Tempo un quarto d'ora e il pollo ha assorbito aromi e profumi nei quali ha potuto riposare, e versando il tutto in padella direttamente dal piatto, ecco che si ottiene il fondo di cottura perfetto per il pollo, prima affogato nel liquido di marinatura e poi, una volta assorbito il liquido nella cottura a fuoco vivace, pronto a rosolarsi per bene e ad assumere il bel colore dorato e caramellato che il succo d'arancia gli conferisce.
Io ho scelto di accompagnare i petti di pollo ad una veloce e consolidata insalatina-macedonia composta da ottimi ravanelli (li adoro!), carotine fresche, sedano e melette Pink Lady, il tutto tagliato a dadini e condito a piacere: ultimamente, come già detto, preferisco il gusto leggero e un po' dolce dell'aceto di mele biologico, insieme ad olio extravergine d'oliva e sale ovviamente, come nella più basilare delle ricette del dressing all'italiana.
Ma sicuramente il petto di pollo profumato all'arancia non disdesgna, anzi si sposa divinamente, con patatine a pasta gialla rosolate in padella o al forno, oppure, perché no ogni tanto, con le amate patatine fritte.
Un piatto che non può che piacere a tutta la famiglia!
E ancora una volta... tutti in coro... bon appetit!

mercoledì 22 febbraio 2012

In cucina: pennette al sugo veloce e leggero di tonno

Le mie pennette al sugo veloce di tonno
Eccomi di ritorno! E di nuovo qui, incredibile a dirsi, con una ricetta a base di pesce! Vabbè, pesce... il tonno non vale...
Comunque, le mie pennette al sughetto veloce e leggero di tonno sono la testimonianza di come possa essere resa veramente rapida e gustosa (e non per vantarmi ma era veramente deliziosa!) una semplice e più che tradizionale ricetta da tutti i giorni.
Ecco come l'ho fatta io. Dunque, per il sughetto leggero metto prima di tutta a imbiondire a fuoco moderato della cipolla, abbondante, in olio extravergine d'oliva, con l'aggiunta di tanto in tanto di un po' d'acqua, in modo da creare un buon fondo di cottura e non far soffriggere troppo la cipolla.
Quando l'acqua è stata assorbita e le cipolle si sono un po' ammorbidite, aggiungo anche del vino bianco (io uso un vinello bianco secco dei Castelli Romani che trovo al supermercato, ottimo rapporto qualità/prezzo) che fa caramellare le cipolle e le rende gustosissime: anche in questo caso non faccio andare la cipolla a fuoco troppo sostenuto, per non far evaporare immediatamente il vino bianco, ma lasciare nella base del sughetto il suo aroma.
A questo punto aggiungo i pomodorini freschi: so che è inverno e i pomodori non sono esattamente un ortaggio di stagione ma, come avrete potuto constatare, il sugo di pomodoro non è una ricetta quotidiana nella mia cucina e quindi, nel momento in cui scelgo di prepararlo, mi piace che abbia un sapore pieno e vero, e che profumi di pomodoro fresco.
La qualità di pomodorini che scelgo è la Piccadilly che mi permette di avere una polpa particolarmente soda ma anche succosa, non troppi semini e delle bucce non fastidiose (sì perché, come dicevo, questa è la ricetta per un sughetto veloce e quindi l'eliminazione di semi e bucce non è contemplata) come quelle di altri tipi di pomodorini, come i ciliegini.
In questo caso, ho scelto di tagliare i pomodori a listarelle, cioè utilizzando le falde del pomodoro nella direzione più lunga, tagliando delle striscioline più o meno larghe e corpose. Versando i pomodorini così tagliati nella padella, e quindi nel fondo precedentemente preparato, si sente un piacevole sfrigolio e in pochi secondi un profumo così invitante che già renderebbe il sugo perfetto.
L'aggiunta del tonno (verso fine cottura della pasta, 4 o 5 minuti prima) è per ulteriore golosità e ovviamente anche per arricchimento nutritivo, visto che spesso i miei primi piatti a base di pasta si trasformano anche in ricchi e abbondanti piatti unici.
Una spruzzata di foglie di prezzemolo sminuzzate a mano e il gioco è fatto! Una ricetta facile facile e veloce veloce: l'unica fase un po' più lunga e noiosa delle altre è quella del tagliuzzamento dei pomodorini, ma non ne servono tantissimi, anche se io cerco sempre di preparare del sugo in più, in modo da sfruttarlo anche il giorno/i successivi per altre ricettine (d'estate con i peperoni... è la morte sua!).
E come di consueto... bon appetit!

lunedì 13 febbraio 2012

In cucina: mezze maniche alle vongole!

La mia prima pasta alle vongole!
La neve e il gelo non sempre portano guai per fortuna... a me la mareggiata e il maltempo di questi interminabili giorni hanno portato in regalo un bel sacchetto di vongole! Eh sì, proprio vongole, raccolte da mio suocero sulla battigia, trasportate belle fresche e profumate di mare dalle onde.

La spiaggia innevata di San Benedetto del Tronto e il mare in burrasca
Come non fare festa, mio marito ed io, quindi, con questo bel dono inaspettato? Si pone un problema però... io non ho mai cucinato le vongole, né altro mollusco... ahia grande pecca, ma anche grande occasione per una nuova ed entusiasmante esperienza in cucina!
Vediamo un po' com'è andata... Tra varie indecisioni, la mia esperienza con le vongole è iniziata svuotando il sacchetto con le vongole chiuse appena "pescate" in una bacinella che ho riempito di acqua bella fresca con aggiunta di un paio di manciate abbondanti di sale fino, in modo da ricreare per le povere e ignare vongole un confortevole ambiente marino... Un ottimo consiglio di mio suocero.
Le vongole si sono trovate così bene in questo piccolo habitat (ho cambiato l'acqua due o tre volte prima di cucinarle, in modo da tenerle sempre al fresco - non in frigo ma a temperatura ambiente - e in acqua pulita) che la mattina dopo (non ho cucinato subito le vongole perché avevo già preparato la cena quella sera) erano belle vive e vegete, e mi sembrava una cosa ancora più impossibile e atroce per me doverle buttare in pentola e cuocerle...
Alla fine però, la sera stessa così ho fatto: le ho scolate dall'acqua, le ho sciacquate per bene e le ho buttate in padella, senza aggiunta di altro, sul fuoco vivo per pochi minuti. Giusto il tempo di scaldare il fondo della pentola ed ecco che le prime vongole si sono schiuse (quelle che non si aprono è meglio non mangiarle, perché vuol dire che non erano vive al momento della cottura...) e poi a seguire tutte le altre, mentre rilasciavano sul fondo un liquido naturale, un'acqua dal profumo intenso di mare che bisogna filtrare per eliminare la sabbia, ma assolutamente conservare, sia per arricchire di sapore il sughetto di vongole per la pasta o il risotto, sia per conservarle sgusciate e congelarle. Consiglio di mia suocera questa volta.
Io ho deciso di consumarle al momento e, dopo aver commissionato l'operazione di sgusciamento delle vongole a mio marito, ho quindi continuato nella preparazione del condimento per le mezze maniche.
Come consigliato da mia madre (ho chiesto consigli a tutti per preparare queste vongole...!), ho preparato un fondo di cottura con olio, cipolla, prezzemolo e una puntina di peperoncino (abbondante per gli amanti del piccante, non troppo per me, che poi inizio a tossire e starnutire se incontro qualche semino...). Ho lasciato quindi imbiondire le cipolle e ho aggiunto di tanto in tanto un goccio di vino bianco e un po' d'acqua per facilitare e anche velocizzare la cottura, visto che ero arrivata un po' lunga con i tempi e si avvicinava l'ora di cena.
Peccato non aver avuto qualche pomodorino fresco in frigo, per aggiungere una nota rosata a questo semplice sughetto alla marinara. Quattro o cinque minuti prima della fine della cottura della pasta, ho quindi ultimato il condimento aggiungendo le mie vongole sgusciate e la loro acqua di cottura (filtrata da sabbia e residui). Ed ecco qua: ho scolato la pasta bella al dente, un paio di minuti prima del tempo di cottura previsto, e ho saltato le mezze maniche in padella con il sughettino.
Una bella manciata di prezzemolo fresco spezzettato a mano e pare proprio che ce l'abbiamo fatta: la mia prima pasta alle vongole è servita!
E bon appetit! Alla prossima...

lunedì 6 febbraio 2012

In cucina: neve, gelo e... polenta gialla ai formaggi e radicchio trevigiano

Neve sul mare a San Benedetto del Tronto

Mentre il gelo e la neve ci mostrano volti totalmente inaspettati e inconsueti delle nostre città, e penso che la foto d'apertura ne sia una chiara testimonianza (un'immagine della mia città, San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno: è l'entrata dello stabilimento balneare in cui passo le estati da ormai quasi 35 anni...), in cucina non ci si sazia mai di piatti caldi, anzi bollenti, che scaldino le membra e il cuore, di fronte alle preoccupanti visioni da nuova era glaciale, fuori dalla finestra.
Ecco quindi il mio pranzo casalingo di sabato: un bel piatto fumante di polenta gialla, resa cremosa dall'aggiunta di due o tre formaggi immancabili nel mio frigorifero, e insaporita con del bel radicchio di tipo trevigiano.

La mia polenta gialla ai formaggi e radicchio trevigiano

Alcuni dettagli in più: la polenta gialla l'ho ottenuta con dell'ottima farina di granturco macinata a pietra. Ho dovuto cuocerla, in abbondante acqua bollente e salata, per circa mezzora, non smettendo mai di girare energicamente: in questo modo sono riuscita a sciogliere i grumi che purtroppo non ho potuto evitare all'inizio...
Poi gli ingredienti aggiuntivi a piacere: io avevo del buon pecorino fresco e morbido, l'insostituibile provola dolce, e del Parmigiano Reggiano grattugiato. Ho unito tutti i formaggi alla polenta nella fase di mantecatura finale, quando la polenta era ancora sul fuoco ma era ormai cotta: si è sciolto tutto che è un piacere e la polenta è diventata ancora più vellutata e cremosa (avessi avuto anche del gorgonzola dolce sarebbe stata una favola...).
Sempre in fase di mantecatura sul fuoco, per insaporire il tutto ho aggiunto anche il radicchio trevigiano (prodotto a km 0 procurato da mio padre), che avevo precedentemente cotto nel forno con il solito procedimento (foglie di radicchio disposte una accanto all'altra sulla teglia, irrorate con olio extravegine d'oliva e spolverizzate di sale, e quindi lasciate in forno a 180°C per una decina di minuti), e poi tagliuzzato.
Un po' di radicchio l'ho lasciato da parte per la guarnizione finale del piatto, insieme ad un'altra bella manciata di Parmigiano grattugiato (perché ci piace abbondante...).
Da gustare bollente!
Che dire di più... ancora una volta, bon appetit!

lunedì 30 gennaio 2012

In cucina: insalatina di polpo e garganelli al cacao con crema gorgonzola e noci

La mia insalatina-macedonia con noci e l'insalata di polpo di mia suocera
Ormai siamo tornati alla quotidianità (le feste natalizie e il sopore delle loro lunghe giornate a tavola sono un ricordo sempre più sfumato) e ci lasciamo trasportare di nuovo dalla normalità della scansione settimanale delle abitudini, rotta da piccoli eventi culinari.
Come classico ormai più che consolidato torna quindi l'appuntamento con le mie cenette del sabato e con i loro mini-menù. Uno tra quelli delle ultime settimane prevedeva un mare e monti per me veramente inconsueto. Un antipastino gustoso e fresco a base di pesce da una parte, e un primo piatto di pasta ricco e cremoso, a base di formaggi (ma va'??!) con una nota speciale e aromatica, quella del cacao...
Allora... rendiamo le cose più semplici e meno sofisticate di quello che sembrano (un po' di scena per iniziare fa sempre effetto). Per dire le cose come stanno, l'antipastino si componeva della mia classica insalatina tagliata a mo' di macedonia con i bei colori arancio e verde che mi piacciono tanto (anche perché si abbinano perfettamente al mio servizio di piatti) della carota e del sedano, che stuzzicano l'appetito insieme alla dolcezza acidula della mela e alle immancabili noci.
Il piatto forte dell'antipasto, con cui ho fatto un'ottima figura con i miei altrettanto consueti commensali (mia sorella e il suo ragazzo: comunque sono stata sincera e ho rivelato subito la fonte del piatto), era però questa volta la freschissima insalata di polpo preparata da mia suocera. Ottimo polpo pescato da mio suocero e lessato a lungo per renderlo tenero. Poi condito amorevolmente da mia suocera con verdurine sottaceto e olive verdi e nere. Nelle ricette genovesi (mio marito e la sua famiglia sono originari di Genova) l'insalata di polpo riveste un ruolo tradizionale importante ed è molto spesso proposta nella sua versione classica con patate lessate nella stessa acqua del polpo, che le rende più saporite e le colora leggermente di rosa... E' un piatto squisito, da provare a Genova nelle sue simpatiche trattorie tipiche.

I miei garganelli al cacao con crema gorgonzola e noci
Dopo la bella figura con gli antipastini, mi sono concessa una particolare divagazione nel mondo dei primi piatti. Ho utilizzato una pasta umbra diversa dal solito, che mi hanno regalato una coppia di amici di ritorno dal loro viaggio di Capodanno in terra toscana. Erano dei garganelli aromatizzati al cacao. La ricetta riportata sul retro della confezione suggeriva per il condimento un accostamento un po' pesantino tra mascarpone, o altro formaggio cremoso, e latte, per formare la cremina con cui avvolgere la pasta nella mantecatura in padella, da completare con scaglie di mandorle a pioggia.
Ovviamente potevo rispettare la ricetta...? Figurati... ho sperimentato quindi un abbinamento, che ho ritenuto un po' più leggero, tra gorgonzola dolce cremoso e Philadelphia Light, con le noci (onnipresenti) a sostituire le mandorle. In verità la mia era più una pasta ai 4 formaggi, perché oltre alla cremina che ho ottenuto mescolando al cucchiaio gorgonzola e Philadelphia a freddo (tirando fuori dal frigo gli ingredienti un po' prima di lavorarli), ho anche utilizzato abbondante Parmigiano Reggiano grattugiato in fase di mantecatura (e in aggiunta sul piatto per gli incontentabili...), e scaglie di provola dolce come guarnizione finale. Una bomba...!
Meno pesante del previsto però devo dire... e gradevole, grazie alla piacevole nota aromatica appena accennata del cacao.
E bon appetit!

martedì 24 gennaio 2012

In viaggio: Matera nel cuore e nell'anima

Una veduta di Matera: il Sasso Barisano
Eccomi di nuovo! Torno a scrivere dopo una lunga pausa, lunghissima se si pensa che l'ultima volta che ho scritto era ancora il 2011... Le vacanze natalizie che ormai sembrano così lontane mi hanno nel frattempo portato in regalo uno splendido viaggio in terra lucana: meta magnifica, Matera.
Seguendo la filosofia del mio blog, dovrei parlarvi dei sapori e delle suggestioni culinarie di questa terra, ma non posso fare a meno, prima, di tentare di descrivere quello che ho provato visitandola. Le atmosfere al di fuori di qualsiasi collocazione spazio-temporale,  le sfumature dei sassi materani e i colori intensi della natura lucana, a tratti lunare, in altri rigogliosa e coperta di boschi. L'asprezza della terra, scavata e percorsa da gravine e calanchi, e l'incontro con la gente, fiera e malinconica. Il sapore vero di qualsiasi cosa sia autentica tradizione locale.
Non c'è finzione, niente di costruito ad arte, tutto è vero e fermo nel tempo, e allo stesso modo perso per sempre. E' palpabile il senso di nostalgia tra i materani per un tempo in cui tutto era veramente vero e non un'attrazione per turisti, ma si percepisce anche gratitudine nei confronti del viaggiatore che dimostra un apprezzamento sincero per quello che miracolosamente si trova davanti, pur non riuscendo mai a capirlo fino in fondo.

Una veduta di Matera: il Sasso Caveoso
Troppo filosofeggiare non si addice a questo blog e dunque arriviamo al sodo... Come ogni espressione della tradizione materana, anche l'enogastronomia ha la stessa vivacità, la pienezza di sapore e sensazioni, l'orgoglio puro nel conservare antichi segreti.
Non so bene da dove cominciare a descrivere quel concerto di sapori che è ancora così vivo nella mia mente, ma credo di dover partire da quelli che ho ancora modo di rinfrescare, anche ora che sono tornata alla base.

I profumati peperoni cruschi
Cosa ho portato quindi con me dalla terra lucana: una collana di peperoni cruschi (peperoni di Senise IGP fatti seccare) comprata al rustico mercato rionale della verdura di Piccianello (Matera Nuova) che utilizzerò presto in qualche nuova ricettina: sono ottimi come antipasto, su un bel piatto di pasta fresca, così come sulla carne e sul pesce.
A Matera abbiamo avuto occasione di assaggiarli in tre perfette varianti: in un caso come semplice antipasto, utilizzando i peperoni cruschi passati un po' nel forno in modo da renderli ancora più croccanti e stuzzicanti. Al mercato, quando li ho acquistati, mi hanno suggerito infatti di rimetterli in forno ventilato ad una temperatura molto bassa, circa 40-50° C, per 5-10 minuti, ma provandoci velocemente ho notato che c'è bisogno, almeno per raggiungere la croccantezza che ho in mente e ho sperimentato, di una temperatura più elevata, forse sugli 80-100° C. Poi vi farò sapere, quando avrò le idee più chiare...
Ancora peperoni cruschi come condimento per primi piatti a base di pasta fresca, in un grande mix tradizionale con mollica fritta (nel nostro caso peperoni e mollica fritta si accompagnavano anche a crema di zucca e pezzettini dell'ottima salsiccia locale). E infine, con un secondo piatto a base di baccalà, a colorare una morbida vellutata di ceci.
Non ho tralasciato poi il vino, con del buon Primitivo sfuso (cantina Di Taranto: ottimo vino e ottima cantina che ha un delizioso negozietto appena usciti dai Sassi), e poi una montagna di prodotti da forno dell'indimenticato Panificio Cifarelli (Matera Nuova, via Istria)!

Le scaldatelle piccanti del Panificio Cifarelli di Matera
Ben cinque chili di pane di Matera (comprato ancora caldissimo e portato via in un grosso sacco della farina: la macchina in tutto il tragitto di ritorno profumava incredibilmente di pane appena sfornato) distribuito tra parenti e amici e vari sacchetti di taralli croccanti, scaldatelle e fragranti biscottini al vino bianco. Per quanto riguarda il pane di Matera, non posso certo essere io a spiegare l'unicità e la particolarità di questo straordinario prodotto, ma posso dire di aver capito quali sono alcuni tra i diversi fattori di base che danno vita a questo capolavoro irripetibile.

I biscottini al vino bianco zuccherati del Panificio Cifarelli di Matera
Il primo sono le materie prime, in particolare il grano duro di alta qualità delle colline materane e il lievito madre prodotto da frutta fresca, poi la lavorazione tradizionale effettuata da mani più che esperte, e infine la cottura rigorosamente in forno a legna. E' qualcosa di unico, per profumo, consistenza e sapore: bisogna provarlo.
Dai prodotti tipici alla cucina: pasta fresca declinata in qualsiasi forma, ottime carni di manzo podolico e verdure profumatissime hanno accompagnato i nostri percorsi culinari, miei e di mio marito ovviamente.

Il grandioso antipasto di verdure della Trattoria del Caveoso
 La Trattoria del Caveoso, nel cuore del Sasso Caveoso, in via Buozzi, che abbiamo visitato per due volte durante le nostre gustose cene a Matera, ha rappresentato per noi il sunto della cucina materana e ciò che di essa abbiamo tanto amato: semplicità, infinita conoscenza della materia prima e competenza nel trattarla. Dall'antipasto al dolce, la Trattoria del Caveoso ci ha offerto quello che cercavamo da Matera e dalla sua atmosfera unica. L'ultima sera a cena è stato veramente splendido, rilassante ma anche un po' triste, gustarci dei biscotti croccanti fatti in casa dallo chef con mandorle tostate e piccoli pezzettini di cioccolato amaro. Un piacere veramente unico, valorizzato dall'allorino della casa, un digestivo profumatissimo a base di foglie fresche d'alloro (fanno anche il rucolino!). Dovrebbe essere ottimo anche con le ciambelline al forno che ho comprato al Panificio, ma purtroppo non ho modo di sperimentare l'accostamento... Sia perché non ho l'allorino, sia perché le ciambelline sono finite a tempo di record!


Non posso che augurare a tutti di scegliere Matera come meta di viaggio (anche se penso che il mio discorso in merito non finisca qui e che tornerò a parlarne presto, non fosse altro che per evocarne sapori e rinnovate suggestioni nella mie ricette quotidiane) e come cornice indimenticabile di altrettanto indimenticabili itinerari enogastronomici.
Buon viaggio!