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lunedì 19 dicembre 2011

In cucina: mezze maniche cime di rape, pinoli e provola

Le mie mezze maniche cime di rape, pinoli e provola dolce fondente

Ahiahiai! Una settimana di assenza... Pacchetti e atmosfera natalizia, e anche un po' di apatia da weekend invernale, mi hanno allontanato dal mio angolo cottura preferito, dandomi alla pazza gioia... si fa per dire... con un fine settimana a piatti freddi, a base di ricche insalate e formaggio.
Un bel piatto di pasta però non si nega a nessuno, specialmente a mio marito, ed ecco quindi una ricettina veloce veloce, che in poco tempo e anche con poca voglia, può dare nuova soddisfazione ai palati recentemente insoddisfatti: la mia pasta con cime di rape, pinoli e provola dolce fondente.
Gli ingredienti gentilmente offerti dalla generosa dispensa sono come sempre, ovviamente, la fonte d'ispirazione del momento. In questi giorni, nel frigo avevo a disposizione una bella quantità di cime di rape lessate, la mia consueta provola dolce e del Parmigiano Reggiano grattugiato.
Le cime di rape le rimetto in padella con un filo d'olio, tagliuzzandole con le forbici da cucina per renderle più facilmente amalgamabili con la pasta, per far sì che si crei quindi un condimento cremoso e che sappia abbracciare bene la pasta. E poi lascio andare le cime di rape sul fuoco aggiungendo di tanto in tanto, quando il fondo di cottura si ritira, un mestolo d'acqua di cottura della pasta. Verso la fine aggiusto di sale e incorporo anche i pinoli, quando il tutto è già ben insaporito.
In questo modo le cime di rape si ammorbidiscono e disfano leggermente, formando un condimento molto avvolgente. Questa caratteristica viene poi esaltata al momento del salto della pasta in padella e dell'aggiunta finale di quel mestolo o due di acqua di cottura della pasta, bella carica di amido, che completa la cremosità del condimento (in questo momento si può già aggiungere del Parmigiano grattugiato per dare ulteriore gusto alla cremina, o lo si può spolverizzare direttamente dopo sul piatto insieme alla provola; oppure se ne può anche fare a meno, se pensate la provola sia già abbastanza...).
La pasta si è colorata e "lucidata" a contatto con il suo bel sughetto e, dopo aver impiattato, la decoro (ma è molto più di una decorazione!) con quelle che diventeranno, a contatto con la pasta fumante, le sfoglie fondenti di provola dolce: fondono e filano che è un piacere quando si inforchettano i primi bocconi!
Un piatto che dà soddisfazione... ma senza strafare...
A presto!!

lunedì 12 dicembre 2011

In cucina: spezzatino odoroso con cipolle, carote e sedano

Il mio spezzatino odoroso con cipolle, carote, sedano, rosmarino e vino bianco

Rieccoci qua! Dunque, bilancio gastronomico di questo lungo ponte dell'8 dicembre: una cenetta un po' disastrosa con nipotina e ragazzo (le mie torte rustiche particolarmente formaggiose  - c'era profumo di fontina che scaturiva dal mio forno e si diffondeva fino alle scale - non hanno riscosso il successo che speravo... Purtroppo io adoro il formaggio, che devo fare?? E neanche le mie ormai più che consolidate mele calde in coucotte, forse troppo ricche di cannella, sono state particolarmente apprezzate... Però i finocchi gratinati con ricotta sono piaciuti! Meno male, almeno quelli...), un luculliano pranzo fuori in quel di Macerata (Dove? Osteria dei fiori, in pieno centro storico, per chi volesse sapere e soprattutto toccare con mano... Provare per credere!) e infine cenetta a due in casa con mio marito: un  piccolo ma gustoso intermezzo che guarda caso è il protagonista di questo post.
Ho preparato un buon spezzatino di vitello in padella, accompagnato da patate rosolate al rosmarino. Breve excursus sulle mie esperienze culinarie riguardanti lo spezzatino: ultimamente (negli ultimi mesi) sto cercando di mangiare più carne di quanto io non faccia di solito, perché mi fa bene e perché a mio marito piace molto ovviamente, e gli spezzatini stanno diventando un po' un must dei piatti a base di carne che nascono fumanti dal mio angolo cottura.
Quest'estate ero pazza per lo spezzatino con i peperoni (come darmi torto), o anche con verdure miste, come zucchine, melanzane, peperoni e anche patate. Ora che i magnifici peperoni, zucchine e compagnia cantante non sono più di stagione, ho dovuto escogitare altri modi per profumare e colorare i miei spezzatini, anche in modo veloce e non troppo laborioso.
I miei primi due alleati sono sicuramente rosmarino e vino bianco, che danno un sapore delizioso alla carne come nessun'altra combinazione di ingredienti, con semplicità. Il rosmarino lo inserisco subito e lo lascio rosolare in padella, in un insaporimento generale e reciproco con la carne. Il vino bianco invece interviene successivamente, quando la carne si è già colorita e la superficie si è per così dire sigillata: a fuoco alto la carne sfrigola e il vino bianco evapora, lasciando la sua profumata e invitante caramellizzazione.
In questo caso a caramellarsi è stata non solo la superficie dei bocconcini di carne, ma anche gli odori che ho scelto: cipolla bianca tagliata non troppo finemente, carote e sedano a cubettini più o meno regolari. Le verdure profumate le ho fatte soffriggere da sole prima di inserire carne e rosmarino (anche qui con l'aiuto di un po' di vino bianco), per creare un fondo di cottura che abbracciasse la carne con i suoi aromi. Ed ecco qua, nient'altro. Le verdurine si sono dorate e sono diventate buonissime e così anche la carne.
Ricetta elementare ma di sicuro successo! E' la mia filosofia in cucina...!

mercoledì 7 dicembre 2011

In cucina: finocchi gratinati con ricotta e macedonia di ortaggi e frutta

I miei finocchi gratinati con ricotta

Oops! Nell'ultimo post ho dimenticato di completare il mio menù (seppur breve come avevo anticipato, una sola portata mi sembra però un po' pochino) della cenetta di sabato sera.
Dunque, pur essendo stata concepita in modo semplice, non è andata proprio liscia come l'olio. Primo intoppo: la besciamella che ho preparato non era abbastanza... Non lo era per i 4 strati delle mie lasagne bianche e formaggiose, figuriamoci anche per i finocchi gratinati al forno!
Quindi come rimediare? Per fortuna, preparando il ripieno ricotta e spinaci per le lasagne, avevo lasciato da parte un po' della buonissima ricotta di mucca e ho potuto ripiegare su quella come ingrediente che mi permettesse di amalgamare i finocchi in modo cremoso, e di gratinarli al forno con la loro bella crosticina di parmigiano grattugiato e pan grattato.
Il risultato è stato inaspettatatemente molto buono, con i complimenti dei miei ospiti (imparziali: mia sorella e il suo ragazzo... mio marito era un po' meno entusiasta...). I finocchi, che avevo precedentemente stufato in padella solo con olio e sale, e con l'aggiunta di acqua, si sono fusi con la morbidezza della ricotta, e insaporiti con l'aggiunta di parmigiano grattugiato (anche nell'interno, non solo sopra per la gratinatura), e il tutto era molto delicato, dalla consistenza invitante, sia nella crosticina che nel cuore (ustionante!).
E poi era simpatica la presentazione nei pirottini mono-porzione che fanno sembrare più curato e speciale anche un piatto a volte molto semplice come questo. Se ci fosse stata più ricotta sarebbe stato meglio ma non è comunque stato male per niente. Insomma, non tutti i mali vengono per nuocere...

La mia macedonia di ortaggi e frutta con dressing allo yogurt

Ad accompagnare i finocchi al gratin che dovevano in realtà essere un antipasto (altro intoppo: le lasagne erano pronte prima dei finocchi e quindi le ho servite prima, ma non mi sembra un grosso problema, no?), un altro must delle mie insalatine, non troppo creative forse, ma sempre colorate e appetitose.
La mia insalata tagliata a mo' di macedonia (da mio marito) e composta, in questo caso, da carote fresche, mele, sedano e noci, conditi con olio extravergine d'oliva, sale e aceto di mele, e accompagnati da una ciotolina di leggero condimento a parte, a base di yogurt bianco magro, succo di limone e olio extravergine d'oliva. Emulsionati insieme questi ingredienti formano una cremina che stuzzica l'appetito (anche dopo una porzione delle mie lasagne..) e che fa piacere l'insalata anche a chi non la ama particolarmente e altrimenti non la mangerebbe. Dei miei dressing per insalate e pinzimoni parleremo poi diffusamente in seguito, magari in post più estivi...
Alla fine, dunque, un po' di pasticci, ma in cucina è bella anche un po' di simpatia... se non si mangia troppo male...
A presto!

lunedì 5 dicembre 2011

In cucina: lasagne ricche con ricotta e spinaci

Le mie lasagne ricche con ricotta e spinaci

Ahia! Eccoci di nuovo in cucina... allora è un vizio! Eh sì, una mania da cui è difficile guarire, ma finché mi permette di arricchire un po' questo neonato blog, ben venga.
Allora: cena del sabato sera con mia sorella e il suo ragazzo. Cenetta breve, per numero di portate, ma sempre piuttosto ricca per ingredienti, come i miei ospiti e commensali mi fanno sempre notare a fine cena.
Le lasagne sono state, come accade anche troppo spesso ultimamente, le protagoniste del mio menù, ogni volta con un ripieno un po' diverso ma sempre e comunque bianche, a base di besciamella, verdure e formaggi vari.
Il ricordo dei profumi di besciamella e parmigiano che si sprigionano dal forno sono ancora ben freschi nel naso e nelle mie papille, perché ho appena gustato a pranzo la porzione avanzata sabato sera... con grande soddisfazione.
Ma veniamo a noi. Le mie lasagne, e queste non fanno eccezione, si basano sempre su alcuni punti forti: l'utilizzo di besciamella fatta rigorosamente in casa, l'impiego di ottime verdure fresche, quasi sempre molto leggere e semplicemente lessate e condite con olio e sale, e la scelta facile, veloce ed efficace delle sfoglie di pasta all'uovo Le Emiliane Barilla. Per quanto riguarda queste ultime, mi rendo certo conto che l'acquisto di pasta artigianale presso uno degli ottimi laboratori locali di pasta all'uovo mi consentirebbe di avere un risultato finale di maggiore livello qualitativo, e che sarebbe ancora meglio preparare in casa la pasta. Ma la praticità di questo prodotto e soprattutto il risultato efficace che dà, naturalmente con qualche accortezza, mi permette di preparare le lasagne per mio marito e me e per i miei amici, molto più spesso di quanto altrimenti non farei: e già questo è un grande vantaggio per tutti, no?
Forse nelle mie ricette ho finora trascurato di inserire una precisa lista di ingredienti con le rispettive quantità, come si fa in tutte le ricette che si rispettino. Il fatto è che questo non rispecchierebbe il mio comportamento in cucina, visto che faccio tutto ad occhio, e con approssimazione, e non peso mai nulla. E non rispetterebbe la filosofia di questo blog che proprio dell'approssimazione fa la sua ragione d'esistere: un'esperienza gastronomica non si può definire e quantificare, si può solo raccontare, perciò...
Posso però fare un'eccezione con le quantità degli ingredienti per la besciamella, almeno quelle che ho utilizzato io questa volta, e che si discostano un po' da quelle riportate ad esempio sulla confezione de Le Emiliane. Io ho usato circa 60 grammi di burro e circa 60 grammi di farina, per 1,10-1,20 litri di latte scremato, visto che volevo avere una quantità maggiore di besciamella rispetto alla solita prevista per 4 persone, e soprattutto una besciamella un po' più liquida che permettesse di coprire bene tutte le sfoglie di pasta all'uovo secca che compongono i diversi strati, in modo da cuocerle a puntino.
Besciamella deliziosa e vellutata ma forse ancora un po' pochina per tutti gli strati che ho previsto di fare: 4 questa volta!
Manca ancora il ripieno, quello che ha reso la mia lasagna un grosso e ricco raviolone ricotta e spinaci! Ho unito a dei begli spinaci freschi lessati, ma non tanto da farli disfare, della buonissima ricotta di mucca altrettanto fresca, una mozzarella di ottima qualità e piuttosto grandina (era da 2 etti), della provola dolce (che può essere sostituita con qualsiasi formaggio che fonda in modo cremoso e che dia un po' più di carattere e sapore al ripieno, volendo del gorgonzola dolce, ma senza eccedere per non perdere in delicatezza del piatto) e abbondante Parmigiano Reggiano grattugiato, spolverizzato anche sugli strati di besciamella (quest'ultima deve coprire bene ogni sfoglia fino negli angoli per evitare problemi di cottura della pasta, fidatevi di chi c'è passata...) e ovviamente sulla sfoglia finale per la classica invitante crosticina.
Mi sembra tutto. La cosa bella è che, se avete già pronte le verdure che volete utilizzare nel ripieno, c'è solo bisogno di preparare la besciamella e il gioco è fatto, si deve semplicemente assemblare il tutto e infornare (io di solito faccio cuocere per una mezzora abbondante a 200°C).
Un'idea per un sabato sera tra amici, senza dover stare troppo tra i fornelli e godendosi la cena insieme a tutti gli altri! A presto...

martedì 29 novembre 2011

In cucina: croissant ripieni di zucca e pancetta con insalata melograno e mele

I miei croissant ripieni di zucca e pancetta

Ancora una volta la cucina mi ha rapita... In questo caso per un veloce e gustosissimo spuntino-cena di fronte all'anticipo calcistico del sabato.
Mio marito ed io sabato sera eravamo soli a cena con la partita in tv... e l'unica via di scampo era allietare, almeno la mia serata, con uno dei passatempi preferiti: inventare una nuova variante di ripieno per i miei consueti stuzzichini di pasta sfoglia.
Allora, cosa abbiamo in frigo? Crema di zucca stufata con cipolla, della bella pancetta "magretta", Philadelphia (Classico) e della provola (dolce).
Ottimo! Ho rosolato la pancetta in un padellino con rivestimento in ceramica, senza aggiungere olio, quindi ho prima ammorbidito e reso più cremoso il Philadelphia con l'aggiunta del solito filino d'olio extravergine d'oliva, poi ho amalgamato al composto la zucca e la provola dolce tagliata a cubetti, più piccoli possibile.
Assemblato e incorporato il tutto in una ciotola, visto che avevo voglia di mini-croissant salati ho preparato i miei triangolini ricavati dal rotolo di pasta sfoglia: io uso la Vallè perché apprezzo molto la sua versione Leggera, non è affatto unta ed è friabile che è un piacere! E si presta per tutti gli utilizzi perché è rotonda e quindi è comodissima per le torte salate e rustiche, e anche per i croissant, visto che si tagliano comodamente i triangoli, tracciando con il tagliapasta tutti i diametri desiderati da un estremo all'altro della circonferenza, prima dividendo in 4, poi in 8 e così via, non all'infinito però...
Ho quindi disposto un po' di ripieno su ogni triangolo (ne ho preparati 8, quindi dei croissant medi, né grandi né piccolissimi: da uno stesso rotolo di pasta sfoglia in passato ne ho preparati anche 16), non una quantità eccessiva di ripieno, altrimenti si ha difficoltà ad arrotolare e chiudere i croissant, cosa che a me capita praticamente sempre, visto che mi piacciono ben farciti. Comunque sono riuscita più o meno a chiuderli e a dargli una forma degna di questo nome.
In forno! A 180° C per una ventina di minuti abbondante.

La mia insalata fresca d'autunno con melograno e mele

Il risultato, a livello di estetica giudicatelo voi. Io posso dirvi che come gusto erano strepitosi. E soprattutto si accompagnavano divinamente alla fresca insalata autunnale "pulisci-bocca", a base di lattuga e carotine fresche, mele a fettine, melograno profumatissimo, e per finire la mia nuova passione, i semi di zucca biologici decorticati: colorati, invitanti, gustosi e molto sani.
Missione compiuta: un po' di fantasia e non troppo impegno, palato pienamente soddisfatto e serata riuscita!

venerdì 25 novembre 2011

In cucina: involtini finger-food con ripieno fresco al radicchio

I miei involtini finger-food con ripieno fresco al radicchio
Nuova incursione dalla mia cucina... Prima o poi riuscirò a finire di raccontare della mia esperienza gastronomica in Francia. Evidentemente in questo periodo sono più ispirata dalla pratica in cucina che non dai ricordi di viaggio, per quanto suggestivi.
E comunque eccoci qua, con questo nuovo flash gastronomico. Una ricettina facile facile per degli involtini di vitello dal ripieno fresco e cremoso, con la nota colorata, invitante e soprattutto di stagione, di un bel radicchio rosso di Chioggia.
A proposito della carne, è d'obbligo una premessa: a me piace molto mangiare la carne, ma non sono sempre in grado di trattarla e prepararla al meglio in cucina, soprattutto perché mi lascio un po' impressionare dalle carni rosse. Per questo scelgo spesso le bianche e quindi pollo e vitello.
In questo caso, avevo a disposizione delle piccolissime fettine di vitello (non chiedetemi il taglio perché non lo ricordo, ma posso comunque informarmi e dirvelo la prossima volta, chiedendolo a mio padre che mi ha comprato il vitello su commissione...), piccole ma dalla forma allungata che mi hanno permesso di ricavare dei minuti e graziosi involtini, che per questo ho definito finger-food.
Presi attraverso gli stuzzicadenti, che ho usato per mantenerli chiusi in cottura e conservare all'interno il loro morbido ripieno, si potevano tranquillamente mangiare in un solo boccone, senza morderli ma gustando in bocca tutta la fusione dei sapori.
La combinazione di elementi nel ripieno mi è piaciuta molto, nonostante fosse semplice in modo imbarazzante: solo del radicchio rosso, che avevo già cotto al forno qualche giorno prima, del Philadelphia Classico (solitamente uso il Philadelhia Yo che prediligo per i ripieni, in particolare di stuzzichini di pasta sfoglia o per gli antipastini in genere, ma per la carne penso che il Classico sia sicuramente più adatto) e un filo d'olio extravergine d'oliva, ma proprio un filo.
Facendo un passo indietro, vorrei spendere due parole sulla cottura del radicchio in forno e in generale di diversi tipi di verdure, in particolare quelle estive, come melanzane, peperoni e zucchine. Ho scoperto da circa un anno questo tipo di cottura, molto sana e soprattutto molto pratica: taglio le verdure nel formato di cui ho bisogno per le mie ricette e le dispongo sulla teglia rivestita di carta forno, aggiungo olio e sale e inforno, a 180/200° C per 15-20 o 25 minuti, secondo il tipo di verdura e di taglio della verdura stessa.
Il risultato è sempre ottimo e posso avere a disposizione una certa quantità di verdure spendibile in cucina nei modi più disparati e per diversi giorni: una dispensa di ottime verdure fresche pronte in frigo per ogni evenienza, e preparate veramente con poco sforzo, se si pensa a quanto debbano essere seguite durante la cottura le verdure se fritte o comunque preparate in padella.
Il mio radicchio quindi l'ho cotto in questo modo, l'ho poi tagliuzzato finemente con le forbici da cucina e l'ho amalgamato in una ciotola con il Philadelphia, che prima avevo un po' lavorato con un filino d'olio in modo da renderlo una bella crema.
Ho infine spalmato il ripieno sulle mini-fettine di vitello e ho arrotolato. Solitamente non ho una grande manualità con gli involtini e con tutto ciò che va in qualche modo avvolto e chiuso. Ma devo dire che questa volta le piccole dimensioni delle fettine mi hanno aiutato e il risultato sono stati degli involtini dall'aspetto invitante e insolitamente ordinato e preciso.
Ho cotto gli involtini in padella con olio, abbondante rosmarino e l'aggiunta di vino bianco. Ho accompagnato quindi gli involtini dal ripieno fresco al radicchio con patate a pasta gialla al rosmarino rosolate in padella.
Che dire di più... buon appetito!

martedì 22 novembre 2011

In cucina. Colori d'autunno: maccheroni con zucca cremosa e speck croccante

I miei maccheroni con zucca cremosa, provola e speck croccante

Un piccolo intermezzo tra la prima e la seconda puntata di In viaggio dedicata a Montpellier e alle floreali esperienze gastronomiche in terra francese.
Torno ai sapori di casa nostra, e più precisamente di casa mia, con un primo piatto tipicamente autunnale, arricchito da un tocco di croccantezza, dato dall'elemento che scoprirete più ricorrente nella mia cucina: lo speck!
Cucinare è un piacere quanto ti senti ispirata, ma soprattutto è un piacere quando le tue ispirazioni si basano su ingredienti già pronti e disponibili in bella vista nel frigo.
Avevo infatti dell'ottima zucca gialla, con un intenso color arancio, che avevo lentamente stufato in padella con abbondante cipolla venerdì sera. Una bellissima zucca tra le altre cose, che mi è dispiaciuto sacrificare visto che era diventata da una decina di giorni un elegante oggetto d'arredo sopra la mensola del soggiorno.
Ma quando la cucina chiama...
Sabato sera la splendida zucca, stufata fino a diventare una crema saporita, ha arricchito una colorata torta rustica di pasta sfoglia ripiena appunto di zucca, ricotta, provola piccante, speck e pinoli che mia sorella e il suo ragazzo sembrano aver gradito (era la seconda volta che la preparavo, ma visto il successo della prima ho pensato di riproporla con qualche variante: nel primo caso avevo usato una combinazione leggermente diversa e per i miei gusti più gradevole e delicata, a base di zucca, ricotta, provola dolce, speck e noci).
Ieri sera ho pensato invece di utilizzare la cremina di zucca che era rimasta per mettere in tavola un bel piatto di pasta.
Anche in questo caso la ricetta, anzi la presentazione finale del piatto, si basa sul contrasto del condimento principale da una parte, reso ancora più cremoso dall'aggiunta, in fase di mantecatura della pasta, di provola piccante a scaglie (qualche scaglia l'ho poi usata anche sul finale per decorare il piatto), e della guarnizione a base di speck croccante dall'altra (lo speck l'ho tagliuzzato finemente con forbici da cucina e l'ho rosolato in padella di ceramica senza aggiunta di olio, poi l'ho messo da parte e l'ho utilizzato solo alla fine per guarnire).
Il risultato devo dire è stato molto buono. Quello che mi è piaciuto di più, ed è quello che mi piace in genere di più dei primi piatti che mi vengono bene, è che il condimento ha avvolto completamente la pasta (il tipo che ho scelto in questa ricetta sono maccheroni freschi pugliesi: la pasta pugliese mi fa impazzire! E si trova facilmente nei banchi frigo dei supermercati), con una consistenza cremosa veramente appetitosa. In questo modo il contrasto voluto con la croccantezza dello speck è perfettamente riuscito, ed è stato anche molto gradito!
E buon appetito!

mercoledì 16 novembre 2011

In viaggio: fiori nel piatto

Fiori nel piatto, "Orchis" - Montpellier, Linguadoca (Francia)

In viaggio... Allora si parte! Il cibo e le tipicità di un luogo sono una leva importante nella scelta delle mie mete, o posso forse dire meglio che mi piace particolarmente conoscere il paese straniero o la città italiana che visito attraverso le sue espressioni gastronomiche e culinarie. Ecco sì, questo posso sicuramente dirlo.
Mi piace attraverso la cucina conoscere le origini della cultura popolare, apprezzarne le diverse forme di convivialità e cogliere nei sapori quei profumi che solo un determinato luogo possiede.
Non so quanto ciò che sto per raccontare possa rappresentare in parte la cucina francese o tipicità di Montpellier e della Linguadoca-Rossiglione nella splendida Francia del Sud, ma so la scoperta che ha rappresentato per me e la piacevole esperienza che è stata.
Avete mai mangiato dei fiori? Piatti non solo decorati con i fiori ma nei quali i fiori rappresentano se non l'ingrediente principale, comunque quello più aromaticamente presente, quello che del piatto si ricorda e che rimane, nella mente e sembra quasi nel palato, come fosse nella sua memoria.

Veduta dell'accogliente Place St. Roch

Dunque, ecco: ero in viaggio di nozze nel giugno 2007 e tornavo a Montpellier per la seconda volta, dopo averla tanto apprezzata qualche anno prima. Avevo voglia di tornarci per motivi simbolici visto che aveva rappresentato un viaggio importante nella mia vita, il mio primo viaggio all'estero "autofinanziato".
Questa seconda volta ho trascorso solo pochi giorni a Montpellier, sia all'andata che al ritorno in treno del mio viaggio di nozze a tappe "on the road", anzi "on the railway", che mi ha portato dalle Marche fino in Spagna, a Saragozza (anche di Saragozza vi racconterò presto, la gastronomia aragonese merita senz'altro da sola un viaggio).
Ma posso dire di averla apprezzata ancora di più e con maggiore consapevolezza rispetto alla prima volta: ne ho colto forse con più maturità, visti i diversi viaggi che negli anni si sono frapposti tra queste due esperienze, le atmosfere autenticamente francesi ma allo stesso tempo la diversità di questa città rispetto a ciò che dalla Francia ci si aspetta, il suo essere molto più easy e molto meno chic, la sua convivialità mediterranea, il suo fascino genuino che sembra connaturato da sempre.

La bella chiesa di St. Roch

E' proprio la luce mediterranea che invade Montpellier a giugno ad essere stata la perfetta compagna di un pranzo ristorativo, multivitaminico e molto profumato... ai tavoli in stile provenzale di "Orchis", nell'atmosfera accogliente e genuinamente raffinata della Rue du Plan d'Agde, proprio di fronte alla Chiesa di St. Roch.



L'entrata di "Orchis"
continua...

domenica 13 novembre 2011

In cucina: prima puntata! Riso gratinato e fondente e... mele calde in coucotte

In viaggio o in cucina... In cucina o in viaggio...? In cucina! Da dove cominciare a scrivere questo blog? Poi mi sono detta, che cosa faccio da mangiare stasera? Ho tutti gli ingredienti per due ricettine facili facili che sono ormai un must delle mie cene in famiglia e con amici. E quindi eccomi qua, cominciamo!
Visto che questo non è un vero e proprio blog di cucina e quindi di ricette, ma un blog in cui racconto esperienze gastronomiche che spero qualcuno vorrà condividere con me, comincio con il raccontare il perché e il come di queste ricette, cosa mi stimolano e a cosa mi fanno pensare.

Il mio riso gratinato e fondente con provola piccante
Iniziamo quindi con il riso gratinato e fondente. Scoprirete presto che sono un'amante della semplicità in cucina, anche perché non ho ancora (speriamo) acquisito la tecnica che mi permetta di andare oltre un livello mediamente accettabile. La mia filosofia, e questo ve l'anticipo, sia in viaggio che in cucina è: semplicità con gusto!
Bando ai convenevoli e cominciamo: con il riso gratinato e fondente voglio rendere un insieme di contrasti che tanto mi piacciono nell'esplorazione in cucina. In questo caso il contrasto tra la crosticina appetitosa e croccante che si forma con la gratinatura in forno e la morbidezza fondente del riso e del formaggio al centro... Una delizia!

La crosticina croccante del riso gratinato
Questo piatto mi fa ricordare le ottime paste al forno di mia madre, a cui io chiedevo sempre le parti con sopra la pasta più "bruciacchiata" e croccante, e l'interno morbido e ricco di formaggio mi fa pensare ai profumi delle fondute che ho gustato con immensa goduria sulle Alpi francesi (ad Annecy per chi volesse sapere dove... poi nei prossimi posti vi parlerò anche di quel Capodanno fantastico in cui l'esperienza gastronomica è stata vera protagonista).
Sì, perché secondo ogni gusto ed esigenza, si può scegliere di utilizzare per farcire il riso croccante qualsiasi formaggio sia di proprio gusto o semplicemente presente in frigo... Io ieri sera, avevo solo mozzarella e provola piccante, ma il risultato è sempre e comunque gustosissimo.

L'interno morbido e fondente del riso gratinato
La preparazione si può spiegare in poco più di due parole: si utilizza del risotto avanzato (nel mio caso ieri era risotto al radicchio, ma faccio questa ricetta anche con risotto allo zafferano, risotto alle zucchine, agli asparagi) che si distende per bene su una teglia da forno o una pirofila, prima leggermente oliata.
Realizzata la base, ben compressa e uniforme, si cosparge il tutto di uno strato abbondante di mozzarella e del formaggio preferito, anche dell'ottimo taleggio fresco o del gorgonzola possono fare al caso nostro.
Quindi si ricopre il tutto con il secondo strato di risotto, facendo attenzione sempre a compattare bene il tutto, in modo che poi sia più facile da sporzionare e più bello da presentare.
A questo punto, quello che manca da fare è cospargere lo strato finale con abbondante parmigiano grattugiato e con una spruzzata a pioggia di pan grattato per dare croccantezza. Per rendere la crosticina più gustosa e invitante si versa sopra anche un filino di olio extravergine d'oliva a crudo e si mette in forno a 180 gradi per una mezzora, in modo che tutto si fonda e sia dorato a dovere.

Le mie mele calde in coucotte con pinoli e uvetta
Dulcis in fundo... le mele calde in coucotte! Inutile dire che le coucotte da quando le ho acquistate, mi hanno davvero conquistato, danno quel calore, quel senso di focolare domestico ma anche di cura dei particolari (semplice con gusto!) che amo tanto.
Devo ancora sperimentarle per la cottura delle verdure al forno e vi dirò presto che cosa ho combinato, ma ieri sera avevo proprio voglia di sentire un po' di quel profumo di mele e cannella che mi ricordano i miei viaggi invernali in Tirolo, in Baviera e in Alto Adige. Le frittelle di mele con lo zucchero alla cannella, il vino caldo profumato con la cannella, gli incredibili strudel di mele, tutti aromi e sapori veramente indimenticabili.
Anche la semplicità di questa preparazione è disarmante. Ma è sorprendente quanto possano essere buone e quanto sia d'effetto e di sicurissimo successo il risultato.
Dunque, si tagliano le mele (io preferisco piccole melette rosa dalla polpa dolce o le Pink Lady ad esempio) a fettine abbastanza sottili, in modo che la cottura sia più rapida e le mele risultino belle morbide e vellutate. A porzione, quindi all'interno di ogni coucottina (almeno per le mie), si possono considerare due melette molto piccole o una mela di medie dimensioni.
Ogni due mele vanno utilizzati per il condimento un cucchiaino di cannella in polvere, e due cucchiai di zucchero di canna, quest'ultimo meglio se grezzo o integrale, come quello delle botteghe Equo e solidale. Questo tipo di zucchero di canna è ricco di sali minerali ed è molto più gustoso in un ricetta di questo tipo perché rilascia aromi che gli altri zuccheri sicuramente non hanno.
A proprio gusto si possono poi aggiungere uvette e pinoli, o volendo anche noci o mandorle: penso che la frutta secca sia tutta ottima in questa preparazione.
Condito il tutto ben bene con le mani dentro una ciotola capiente, si dispongono a questo punto le mele nelle loro coucotte, si chiude il coperchio e si va in forno, 180 gradi per un quarto d'ora. Quando saranno pronte, sentirete un profumo irresistibile di cannella!
Che dire? A questo punto vi saluto e vi dò appuntamento al prossimo post... In viaggio o in cucina? In viaggio, credo, ma non si sa mai...
Spero vogliate condividere con me le vostre esperienze gastronomiche In viaggio e in cucina, scrivetemi!
A presto!